"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" (Dante)

sabato 21 luglio 2012

Lo scorrere del tempo in Orazio

Al centro della poesia di Orazio sta il tema del tempo ,presentato come fuga inarrestabile: all'incalzare della morte non c'è nulla che si possa opporre,nessun voto potrà suscitare la compassione di Plutone(dio dell'oltretomba).Diventa dunque inutile accumulare ricchezze,perchè tanto bisognerà lasciare tutto.Il tempo vissuto(aetas)dall'uomo è ostile malevolo con l'uomo stesso,bisogna saperne strappare via(carpe)un frammento(diem),che ci sottrae alla fuga del tempo,il quale,anche mentre parliamo,sarà già fuggito.L'angoscia del domani,che assilla l'uomo e gli impedisce di godere del presente,si riconduce all'angoscia della morte e all'ansia per la fuga del tempo.La meta da raggiungere è una serenità stabile,fonte di un appagamento,che può andare molto al di là del godimento momentaneo,ma è una serenità fatta per gran parte di rinuncia                                                                                                                           Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Vt melius, quidquid erit, pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum! Sapias, uina liques et spatio breui
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit inuida
                                     aetas. Carpe diem, quam minimum credula postero.                                                                                                                                                         Tu non domandare - è un male saperlo - quale sia l'ultimo giorno che gli dei, Leuconoe, hanno dato a te ed a me, e non tentare gli oroscopi di Babilonia. 
Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani .                                                                             
Quanto è meglio accettare qualunque cosa verrà !
Sia che sia questo inverno - che ora stanca il mare Tirreno sulle opposte scogliere -  l'ultimo che Giove ti ha concesso, sia che te ne abbia concessi ancora parecchi, sii saggia, filtra il vino e taglia speranze eccessive, perché breve è il cammino che ci viene concesso.

domenica 24 giugno 2012

IL SACRIFICIO DI IFIGENIA

Lucrezio,poeta latino e autore del De Rerum Natura,si propone di mostrare come i più gravi fatti di empietà e ingiustizia siano da imputarsi a quel timore degli dei,per spiegare questa tesi l'autore ricorre all'exemplum del sacrificio di Ifigenia.I Greci,riuniti sulla spiaggia di Aulide,stanno per prendere il mare alla volta di Troia,ma ciò non è possibile a causa dei venti contrari.Interrogati gli indovini,si viene a sapere che gli elementi non sono favorevoli a causa di Artemide,adirata con Agamennone,che durante una battuta di caccia ha ucciso una cerva sacra alla dea.La morte dell'animale sacro richiede un'espiazione alla pari,che si configura come sacrificio della figlia del colpevole dell'atto sacrilego.Agamennone,pur a malincuore,è costretto a sottostare al volere della dea.Odisseo viene inviato quindi alla reggia di Micene per dare a Clintennestra(moglie di Agamennone) e a Ifigenia(la figlia maggiore) il falso annuncio che la fanciulla sposerà Achille,per il bene della Grecia.Grazie a questa menzogna si ottiene che la giovane si rechi in Aulide del tutto ignara di ciò che l'attende.Tutto ciò si compie attorno all'altare di Diana,la greca Artemide.Considerata "Dea della caccia",in quanto regna nell'ambito della ferinità,si connette anche,nella veste lunare di Selene,alla sfera della procreazione e delle nozze.Con il fratello Apollo ,Diana è responsabile delle morti di madri e neonati.Lucrezio con questo mito vuole denunciare la crudeltà di una religio che opprime sotto il suo giogo la vita umana,la riempe di timori ed è perfino capace di spingere a gesti criminali.Solo la conoscenza della dottrina che rivela la natura materiale del mondo,dell'uomo e dell'anima garantisce la libertà dalla superstizione.

giovedì 21 giugno 2012

Libertè ègalitè fraternitè

Gli ideali della Rivoluzione,rapidamente diffusi e propagandati in ogni angolo della Francia(e dell'Europa) furono incentrati sul motto"LIBERTA',FRATELLANZA,UGUAGLIANZA".L'impatto emotivodi questi ideali provocò un profondo risveglio delle coscienze,innescò una radicale ribellione contro tutto ciò che rappresenteva l'antico regime,il privilegio,l'autorità e il dominio dell'uomo sull'uomo.Con la Rivoluzione francese inizia ,secondo molti storici,la stagione dell'umanità,un'epoca di rivoluzione.La Rivoluzione francese fu senza dubbio la rivolta di masse affamate e oppresse contro le oligarchie dominanti.La conseguente Dichiarazione dei diritti costituì un decreto di fondamentale importanza non solo per la Francia ma anche per la storia di tutta l'umanità:Ogni distinzione sociale era abolita per sempre,tutti i cittadini erano considerati uguali di fronte la legge perchè tutti gli uomini nascevano e rimanevano liberi e uguali nei diritti fondamentali.Finiva così l'uomo-suddito e iniziava l'uomo-cittadino con propri diritti e doveri,sanciti dalla legge." Il popolo francese, convinto che l’oblio e il disprezzo dei diritti naturali dell’uomo sono le sole cause delle sventure del mondo, ha deciso di esporre in una dichiarazione solenne questi diritti sacri ed inalienabili, affinché tutti i cittadini potendo paragonare incessantemente gli atti del governo con il fine di ogni istituzione sociale, non si lascino opprimere ed avvilire dalla tirannia, affinché il popolo abbia sempre davanti agli occhi le basi della sua libertà e della sua felicità, il magistrato la regola dei suoi doveri; il legislatore l’oggetto della sua missione. Di conseguenza, esso proclama, al cospetto dell’essere Supremo, la seguente dichiarazione dei diritti dell’uomo e de cittadino." 

sabato 16 giugno 2012

L'ILLUMINISMO E I LUMI

Lumiers in Francia e Lumi in Italia:con questi nomi gli intellettuali del Settecento indicavano sia l'Illuminismo sia la percezione di vita in un'epoca nuova, diversa dal passato.La luce indica all'intellettuale il compito di "rischiarare"la vita sociale disperdendo le tenebre dell'ignoranza,del fanatismo e della superstizione;la possibilità di indicare che cosa sia la felicità e con quali mezzi poterla raggiungere.Per fare ciò si deve far ricorso alla ragione. Sostiene Kant:l'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità.Il vero,il giusto non sono più garantiti nè da Dio,nè dalla chiesa:l'Illuminismo propone una concezione totalmente laica della vita.Poichè la ragione appartiene all'uomo,tutti gli uomini sono dotati di ragione e dundue tutti gli uomini sono uguali.Vengono così fondati i principi di UGUAGLIANZA e LIBERTA'.L'Illuminismo fu laico,il suo bersaglio polemico fu la religione positiva o rilevata;si schierò contro ogni forma di fanatismo,in favore della tolleranza.Gli illuministi concepirono la ragione  come strumento di ricerca della verità e di indagine.Il sapere deve avere una finalità sociale,la cultura deve essere pubblica discussione.La riflessione politica illuminista fu portata avanti da Montesquieu,Voltaire,Russeau.Per il primo un'organizzazione politica deve impedire il dispotismo,di quì la divisione dei poteri.Secondo Voltaire il sovrano deve mantenere un potere assoluto(assolutismo illuminato).per ultimo Russeau pensava ad uno stato democratico e repubblicano.

venerdì 15 giugno 2012

In questo spazio cercherò di presentare i miei interessi.Benvenuti nel mio sito! Salvatore Pitrolo